Smacca
architetto, artista, illustratore
pisana a Milano
parla un fantastico dialetto toscano
. . .
si accorge dell’importanza dei segni come testimonianza
vede su ogni cosa il passaggio del tempo: sulla pelle e nelle ossa il tempo modella le forme e costruisce quei solchi di memoria, di ricordi, di pieni e vuoti
ognuno è un tassello: un respiro, un batter di ciglia, una parola penetrata che inizia a scavare
così Smacca cerca, fra le cicatrici della quotidianità, quelle forme, i vuoti, i colori, le testimonianze che raccontano: panni stesi ad asciugare, vasi di fiori, labirinti, matite colorate, altalene, finestre aperte sul mondo… tutto è lì pronto come un vecchio gioco che torna fra le mani adulte e ci lancia, con un tuffo, nel nostro passato di bambini
Smacca prova a conservare quelle tracce nell’inchiostro dei disegni per trattenerle, consapevole di non poterlo fare per tutti